Maxine Singer, biotecnologie, dna

Il 9 luglio il Carniege Science ha annunciato la morte della celebre biochimica, che nel corso della sua vita ha contribuito a proteggere l’allora nascente settore dell’ingegneria genetica

Una scienziata – con una laurea in chimica, una in biologia e una specializzazione in biochimica nello studio degli acidi nucleici - che ha vissuto da vicino i grandi cambiamenti delle scienze biologiche: in primis la scoperta del DNA. Maxine Singer, classe 1931, è stata una celebre ricercatrice, un funzionario della sanità, una sostenitrice dell’inclusione nelle materie STEM e per 14 anni presidente del Carnegie Institution for Science (ora Carnegie Science), un centro di ricerca senza scopo di lucro che si trova a Washington (Stati Uniti). È mancata a 93 anni a causa di una broncopneumopatia cronica ostruttiva e dell’enfisema, lasciando il marito, quattro figli e diversi nipotini. Ripercorriamo il suo importante percorso come ricercatrice e come guida nel campo delle biotecnologie.

L’interesse per la scienza è arrivato ai tempi del liceo: da allora, e fino alla fine dei suoi giorni, Maxine Singer ha dedicato la sua vita alla ricerca. Al centro dei suoi interessi c’è sempre stata la molecola del DNA, che negli anni ’50 è stata ufficialmente scoperta da James Watson, Francis Crick e Rosalind Franklin. Un periodo in cui le scienze biologiche - e non solo - fecero un grande salto, ma anche un momento storico in cui il mondo scientifico non era particolarmente accogliente per il genere femminile e gli acidi nucleici erano solo all’inizio dell’incredibile viaggio che ha portato alle moderne terapie avanzate (e che chissà dove altro porterà). Dopo la prima descrizione della doppia elica, è arrivata la tecnologia del DNA ricombinante e si diede il via alle prime sperimentazioni con lo scopo di fare modifiche genetiche negli organismi viventi, dando il via a una vera propria rivoluzione.

Come scritto nell’articolo che il New York Times le ha dedicato, Maxine Singer ha contribuito a sviluppare le linee guida per proteggere lo sviluppo delle nascenti biotecnologie e al contempo calmare i timori che questo nuovo settore aveva suscitato, come ad esempio la diffusione di microbi mortali prodotti in laboratorio. Dopo una lettera pubblicata su Science - firmata anche dalla stessa Singer - e 5 anni di intenso dibattito, venne istituito un comitato consultivo dei luminari del tempo e guidato da Paul Berg, Premio Nobel per la chimica per le scoperte sullo splicing genico e considerato il padre della tecnologia del DNA ricombinante. Alla ricerca di raccomandazioni da parte della comunità scientifica, Maxine Singer ha contribuito a guidare quella che è diventata nota come Conferenza di Asilomar del 1973. Le linee guida non hanno fermato il dibattito e le restrizioni sono state gradualmente alleggerite man mano che gli scienziati hanno compreso la tecnologia. Oggi, lo splicing genico è utilizzato di routine negli esperimenti di laboratorio e nella creazione di strumenti di ricerca, farmaci biotecnologici (di un esempio di utilizzo abbiamo parlato qui) e colture resistenti alle malattie.

Sebbene la sua tesi di laurea riguardasse la chimica delle proteine, il suo consulente di facoltà le suggerì di spostare i suoi studi post-dottorato in un'area nuova e più promettente: DNA e RNA. Dopo 17 anni al centro di Bethesda, nel 1975 si è trasferita al National Cancer Institute come capo della sezione acidi nucleici e nel 1980 è stata promossa a capo del laboratorio di biochimica, dove ha supervisionato diversi gruppi di ricerca. Durante questo periodo, ha avuto uno dei suoi principali impatti sul campo con la scoperta che una sequenza di DNA chiamata LINE-1, ripetuta e disseminata in tutto il genoma umano, è in grado di “saltare” all'interno di un cromosoma, causando mutazioni che possono portare a malattie genetiche.

Nel 1988 la dott.ssa Singer è stata l'ottava presidente della Carnegie Science ed è stata in carica fino al 2002. È stata anche membro della National Academy of Sciences e ha ricevuto la National Medal of Science, la più alta onorificenza nazionale del settore in riconoscimento dei “suoi eccezionali risultati scientifici e della sua profonda preoccupazione per la responsabilità sociale dello scienziato”. Inoltre, ha ricevuto il William D. Carey Lectureship Award for Leadership in Science Policy dell'Association for the Advancement of Science nel 1996, il Vannevar Bush Award del National Science Board nel 1999 - diventando la prima donna a farlo - e la Public Welfare Medal delle National Academies of Science, Engineering and Medicine.

“L'impatto del mandato di Maxine sulla nostra organizzazione e sull'intera impresa scientifica statunitense è stato notevole”, ha dichiarato il presidente di Carnegie Science Eric D. Isaacs. “La sua leadership ha gettato le basi per consentire alla nostra istituzione di entrare in un secondo secolo di eccellenza scientifica. La lungimiranza e la visione di Maxine per la Carnegie Science si faranno sentire per i decenni a venire”.

Singer ha dato un contributo fondamentale all'impresa scientifica, sia con le sue ricerche rivoluzionarie che con la sua instancabile difesa dell'accesso e dell'inclusione nei settori STEM. Inoltre, ha lanciato la popolare serie di conferenze Capital Science Evening, progettata per rendere la scienza accessibile ed emozionante per il pubblico di Washington.

La scienza non è un'attività disumana o sovrumana”, ha detto Maxine Singer. “È qualcosa che gli esseri umani hanno inventato e risponde a uno dei nostri grandi bisogni: capire il mondo che ci circonda”.

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Fonti:

The New York Times

Carniege Science

Science History Institute

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