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Cosa accade quando la ricerca esce dal laboratorio e si trasforma in una pubblicazione scientifica? Luca De Fiore lo spiega, facendo luce sui problemi e suggerendo soluzioni

“Publish or perish”, pubblica o muori: questo è il mantra per tutti i ricercatori che vogliono fare carriera. Un motto che ben definisce la pressione a cui è sottoposto chi fa della ricerca la sua professione: o si pubblica – e tanto – su riviste di rilievo, con un elevato impact factor (cioè un indice che misura il numero medio di citazioni degli articoli di una rivista) e si raggiunge un h-index alto (lo stesso principio applicato al singolo autore), oppure si è destinati a soccombere all’insano meccanismo. Una delle conseguenze più ovvie della velocità di pubblicazione riguarda la qualità degli studi e le cose sembrano peggiorare ogni anno, specialmente nell’ambito della ricerca clinica. Il libro “Sul pubblicare in medicina” - firmato da Luca De Fiore, direttore generale de Il Pensiero Scientifico Editore e saggista - rappresenta una guida completa e dettagliata per navigare nel complesso processo della pubblicazione scientifica senza rischiare di affondare.

La prefazione di Richard Smith, direttore del BMJ (The British Medical Journal), è già di per sé illuminante e fornisce una introduzione perfetta all’opera. Come scritto da Smith, gli editori delle riviste scientifiche “sono come compagnie petrolifere a cui viene data la benzina gratis. Non hanno bisogno di spendere soldi e di correre rischi per estrarre il ‘petrolio’ da luoghi inospitali. La ‘benzina’ viene loro inviata gratuitamente già ben confezionata e pronta per essere rivenduta a prezzi elevati con un intervento minimo”. Un business model con i fiocchi, che però ha delle conseguenze sul valore della ricerca. Sono anni che la comunità scientifica cerca di porre un limite a questa situazione, ma attualmente nessuna soluzione ha mai funzionato.

Ricercatori che pubblicano un articolo ogni cinque giorni, l’open access che cerca di sconfiggere il potere delle riviste, la diffusione del preprint, le fregature delle riviste predatorie, i numeri (inutili) che dovrebbero definire il valore di autori e riviste, la retraction degli studi e gli effetti [Un articolo "ritirato" (retracted in inglese) è rimosso dagli archivi della rivista e risulta come se non fosse mai stato pubblicato, così da non essere usato come base per altri studi, NdR], la molto discussa peer review e la sua (poca?) utilità, l’infinito elenco di autori (presunti e veri) di alcune pubblicazioni. Le sfaccettature sono tante e la soluzione non può essere univoca, ma iniziare a comprendere questa complessità è il primo passo per provare a cambiare le cose.

Se un’ idea di cosa sia questo fenomeno si sia ormai diffusa - almeno tra chi lavora nel settore - il funzionamento del mercato editoriale, dei servizi offerti dalle case editrici e i dettagli di come un documento passi da essere un file sul PC del ricercatore ad un articolo scientifico pubblicato non sono noti ai più. Nei primi 14 capitoli De Fiore fa una descrizione dettagliata di tutto quello che gira attorno alla pubblicazione di un paper scientifico, illustrando problemi e ingranaggi di un macchinario tanto complesso, quanto obsoleto e difettoso. Ma anche parecchio fruttuoso per chi lo gestisce, che ovviamente non vuole smontarne il meccanismo. Nell’ultima parte prova a suggerire delle soluzioni, con l’obiettivo di riportare al centro della scena il bene dei pazienti.

De Fiore dimostra una conoscenza approfondita del campo e un'abilità unica nel rendere accessibili concetti complessi. Ogni capitolo è strutturato in modo chiaro e conciso, facilitando la comprensione dei vari aspetti della pubblicazione scientifica, dalla preparazione del manoscritto alla scelta della rivista, passando per la revisione dei pari e le strategie di disseminazione dei risultati. Un aspetto particolarmente apprezzabile del libro è l'attenzione dedicata all'integrità e all'etica della ricerca.

Mantenere standard elevati di trasparenza e rigore scientifico non è facile ma fondamentale, sottolineando come questi principi siano cruciali per il progresso della scienza medica e per la fiducia del pubblico nei risultati della ricerca. Un aspetto fondamentale, che però non sempre viene tenuto nella giusta considerazione. Grazie a esempi concreti e casi studio, l’autore illustra sfide comuni e migliori pratiche nella pubblicazione scientifica. Molta teoria, ma anche pratica, così da comprendere al meglio ogni singolo aspetto. Luca De Fiore offre un manuale pronto all’uso per capire questi e altri concetti, fondamentale per chiunque lavori a contatto con il mondo dell’editoria scientifica, dal ricercatore al giornalista.

Il libro è anche esteticamente ben impaginato, con molte tabelle utili, aggiornatissimo e con una bibliografia ricca, che aiuta chi cerca eventuali approfondimenti sul tema. Una lettura che potrebbe essere raccomandata a molti, dai ricercatori agli studenti, dai medici ai giornalisti, ma anche a semplici curiosi. Portare un libro del genere al di fuori della bolla di chi già lavora nel settore è purtroppo difficile, anche se è corto, conciso, chiaro e di facile lettura.

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