La storia della scienza – e della medicina - è scandita dalle grandi scoperte: il primo vaccino, i raggi X, la mappatura del genoma umano, il primo trapianto di midollo osseo, la prima terapia genica approvata, 'la lenta ma progressiva sconfitta di malattie prima incurabili'. Ma il percorso della scienza, e degli scienziati che la fanno, non è sempre lineare e, soprattutto, non è costellato di successi dall'inizio alla fine, come qualcuno potrebbe pensare. Inseguendo il sogno 'della cura dell’incurabile', siamo arrivati al punto di manipolare e riparare geni, cellule e tessuti, cosa assolutamente impensabile fino a qualche decennio fa. Nel libro "La trama della vita", Giulio Cossu ci accompagna lungo il cammino della ricerca scientifica, intrecciando la sua esperienza personale come ricercatore con la testimonianza di una delle grandi rivoluzioni della storia della medicina.
La fibrosi cistica è una malattia genetica causata dalle mutazioni nel gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator) che codifica per la proteina omonima. La funzione di questa proteina è di regolare gli scambi idroelettrolitici e la sua alterazione comporta un'anomalia del trasporto dei sali. Questo determina, principalmente, la produzione di secrezioni "disidratate": il sudore è molto ricco in sodio e cloro, il muco è denso e vischioso e tende ad ostruire i dotti nei quali viene a trovarsi. Il problema principale è che le alterazioni genetiche che scatenano la patologia sono così tante da richiedere una classificazione a sé stante: da quelle che impediscono la produzione della proteina (classe I), e si associano ai casi più gravi, a quelle che implicano un’alterazione della conduzione ionica (classe IV), e determinano i fenotipi più lievi. Sul piano genetico la fibrosi cistica ha un’ampia variabilità e le manifestazioni respiratorie e gastrointestinali ne fanno la più diffusa malattia genetica con una prognosi severa. È per questo essenziale trovare presto una soluzione per correggere quante più mutazioni possibili al fine di ottenere una cura efficace per i pazienti.
Sviluppato all’interno dei laboratori di Novartis, in collaborazione con i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, tisagenlecleucel - meglio noto con il nome commerciale Kymriah - è un farmaco innovativo, con una prima indicazione per pazienti pediatrici e adulti fino a 25 anni affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta (LLA) a cellule B refrattaria, in recidiva dopo trapianto o in seconda - o successiva - recidiva. La terapia si rivolge quindi alle forme di LLA resistenti alle terapie o che siano riapparse post trattamento standard. L’altra indicazione di tisagenlecleucel è per pazienti adulti affetti da Linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivante o refrattario dopo due o più cicli di terapia sistemica.
“È una fortuna essere ciechi perché i ciechi non vedono le cose come sono ma come immaginano che siano”. Cosi parlava il capitano Consolo, interpretato da Vittorio Gassman, in Profumo di Donna. Tutti quelli che, aprendo gli occhi la mattina, vedono il mondo trovano la poesia in queste parole ma i pazienti affetti da amaurosi congenita di Leber vorrebbero solo tornare a vedere. O meglio, cominciare a vedere il mondo. Perché questa patologia ereditaria della retina che porta alla cecità si manifesta sin dalla nascita. Fino ad ora il trattamento della malattia è sempre solo stato sintomatico o di supporto ma qualche mese fa era stata divulgata la notizia che Allergan plc ed Editas Medicine avevano stretto un’alleanza strategica per sviluppare una terapia sperimentale per contrastare l’amaurosi congenita di Leber di tipo 10.
a cura di Anna Meldolesi
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