I sensori della tecnologia wearable permettono di rilevare le fluttuazioni del tremore a riposo e della discinesia. Un innovativo strumento per valutare i sintomi e le terapie per la patologia
Gli ingegneri della Apple, in collaborazione con diversi istituti di ricerca e medici specialisti, hanno scoperto che gli smartwatch potrebbero essere una risorsa preziosa per le persone affette da Parkinson, sia per quanto riguarda il monitoraggio dei sintomi che l’aderenza alla terapia. Lo studio statunitense, pubblicato a febbraio su Science Translational Medicine, descrive un sistema che utilizza l'Apple Watch per rilevare i sintomi motori tipici della malattia neurologica. Monitorando i tremori a riposo, e altri movimenti involontari, i ricercatori sono stati in grado di individuare le manifestazioni collegate alla malattia, all’uso di farmaci o all’intervento di chirurgia profonda.
La malattia di Parkinson è una malattia cronica progressiva che colpisce indistintamente i due sessi, prevalentemente sopra i 60 anni di età. È un disturbo del sistema nervoso centrale e la sua caratteristica più evidente è il tremore, anche se non è l’unico sintomo. Ad oggi non esiste una cura e i farmaci a disposizione consentono solo un rallentamento nella progressione della malattia e una riduzione dei sintomi. Le variabili sono molte e i sintomi cambiano nel tempo ma anche da persona a persona: i piani terapeutici sono, infatti, complessi e personalizzati. Per adattare e personalizzare le terapie, i medici si basano sulle informazioni che raccolgono durante le visite, che però possono essere fatte anche a diversi mesi di distanza. Un sistema di monitoraggio da remoto, continuo e semplice da gestire, potrebbe avere riscontri positivi sia per la salute delle persone coinvolte che per la gestione degli studi clinici.
Il sistema sviluppato si chiama “Motor Fluctuations Monitor for Parkinson’s disease” (MM4PD) e utilizza i dati di accelerometro e giroscopio dell’Apple Watch per rilevare i tremori involontari a riposo (sintomo comune nel Parkinson) o la discinesia, un altro tipo di movimento involontario che spesso sorge come effetto collaterale della terapia farmacologica per questa patologia. Stando ai dati riportati sullo studio pubblicato su Science Translational Medicine, la MM4PD ha rilevato i cambiamenti dei sintomi in risposta al trattamento, che corrispondevano alle aspettative del medico, nel 94% dei soggetti valutati. Nel restante 6% dei casi, i dati hanno identificato opportunità di miglioramento della strategia farmacologica.
Gli algoritmi sono stati studiati inizialmente in uno studio pilota che ha coinvolto 118 persone e i dati raccolti sono stati messi a confronto con il sistema di punteggio MDS-UPDRS Part III, scala di valori standard con cui vengono valutati i sintomi motori causati dalla malattia di Parkinson. Lo studio è stato esteso per una valutazione dell’algoritmo anche in condizioni di vita reale. Successivamente, i ricercatori hanno monitorato 225 persone con il morbo di Parkinson, fino a 6 mesi, per ampliare i dati a disposizione e le considerazioni. Il gruppo di controllo, composto da 171 soggetti anziani senza patologia, è stato seguito per un massimo di 12 mesi.
Avere a disposizione un dispositivo indossabile (wearable) e di facile gestione potrebbe aiutare a comprendere meglio la malattia e tutte le sue sfumature. Un monitoraggio 24 ore su 24 potrebbe colmare alcune lacune che con le visite standard non si possono risolvere, perfezionando così la terapia. Per quanto riguarda gli studi clinici, un controllo stabile nel tempo e facile da gestire per paziente e caregiver può aiutare nella valutazione dell’aderenza alla terapia prescritta, ma anche alla partecipazione a sperimentazioni cliniche senza l’obbligo di frequenti visite nei centri, visto che i dati vengono comunque raccolti.
Al momento, Apple non ha espresso piani per creare alcun tipo di sistema di monitoraggio per il Parkinson tramite l'Apple Watch come ha fatto per alcune condizioni cardiache (di cui abbiamo parlato qui). Inoltre, è importante sottolineare che per un trial clinico strutturato è necessaria l’autorizzazione da parte degli enti regolatori, in questo caso la Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Al di là delle strategie aziendali e delle burocrazie da rispettare, ci sono alcuni limiti. Il primo è dovuto alla tecnologia stessa: uno smartwatch si trova sul polso e, di conseguenza, non può rilevare sintomi che si manifestano altrove o i casi in cui le fluttuazioni motorie che avvengono nell’arco della giornata (conosciute anche come fenomeno on-off) non si manifestano. Inoltre, il sistema MM4PD si concentra solo su due sintomi - tremori a riposo e discinesia – tralasciando tutti i sintomi non motori che hanno un impatto altrettanto rilevante nella vita di queste persone e delle loro famiglie.
In conclusione, il sistema Motor Fluctuations Monitor for Parkinson’s disease è in grado di monitorare – seppur con alcuni limiti - i cambiamenti nei sintomi derivanti da una migliore aderenza al trattamento farmacologico o dalla stimolazione cerebrale profonda, così come i sintomi subclinici. In poche parole uno strumento utile per identificare la necessità di un trattamento alternativo o di una modifica nella prescrizione dei farmaci.