“A crack in creation – The new power to control evolution”: conoscere origine, capacità, possibili applicazioni e ipotetiche conseguenze di questa tecnica di editing genomico grazie alle parole di una delle scienziate che l’ha scoperta
Jennifer Doudna si racconta e racconta CRISPR in un libro che fa immergere il lettore nella storia presentata in prima persona e gli permette di affrontare le questioni tecniche, etiche, sociali, economiche legate a quella che è stata più volte definita come una delle più importanti scoperte scientifiche della storia moderna. Pur essendo scritto a quattro mani assieme a Samuel Sternberg, suo fellow researcher, la voce narrante è solo quella della biochimica americana di fama mondiale. Saggio scientifico e memorie personali si intrecciano per dare al lettore la percezione di attraversare tutte le fasi della scoperta, dalle prime intuizioni alle considerazioni legate al futuro di questa tecnologia rivoluzionaria.
Riscrivere il codice genetico è ormai realtà: CRISPR potrebbe permetterci di curare tutte le malattie genetiche, ma anche di modificare a nostro piacimento l’informazione genetica della nostra specie. Dalla cura per malattie terribili come la fibrosi cistica e la distrofia muscolare di Duchenne, all’editing di embrioni per ridurre l’incidenza di malattie genetiche ereditabili ma anche di quelle patologie che possono dipendere da una predisposizione genetica (basti pensare ai geni BRCA per il cancro al seno). Sotto un certo punto di vista sembra fantastico e potrebbe davvero esserlo in futuro, ma saremo in grado di fermarci qui e di valutare attentamente tutte le possibili conseguenze? “The new power to control evolution” [il nuovo potere di controllare l’evoluzione, N.d.R.] significa che ora potremmo influenzare l’evoluzione delle specie sulla terra, umani compresi?
Se oggi si pensa a questa tecnica di editing genomico quasi in automatico si pensa alle CRISPR-babies - sconosciute al momento della scrittura del libro - e alla vicenda che ha scatenato un dibattito a livello mondiale sull’utilizzo dell’editing genomico sugli embrioni umani e ha portato alla creazione di un organo dedicato alla World Health Organization. Questo perché il dibattito, ormai di dominio pubblico, non gira solamente attorno alla cura delle malattie ed eliminazione di gravi problematiche e sofferenze, ma anche agli interventi per creare degli individui “migliorati”, cioè inserendo caratteristiche che non rientrano nella definizione di “cura”. Il ragionamento ci fa tornare alla mente una certa teoria diffusa durante il secolo scorso e, sul tema (di nuovo attuale) della paura del ritorno dell’eugenetica in stile nazista, la scienziata racconta perfino un sogno in cui Hitler le chiede di CRISPR. Passando all’utilizzo di questa tecnica in altre specie, nel libro si fa riferimento agli xenotrapianti, al far tornare in vita specie ormai estinte come i mammut, alle piante modificate (e alla difficoltà di classificarle e gestirle, dato che seguono un percorso regolatorio diverso rispetto agli OGM “classici”), agli animali d’allevamento modificati per essere resistenti ai virus. In questo piccolo elenco appare già chiaro il motivo per il quale l’editing genomico ha sollevato - e continuerà a sollevare - molte questioni legate all’etica, che vengono trattate dagli autori nell’ultima parte del libro.
Come è scritto nel prologo, “But scientific progress requires more than research, investment, and innovation; public involvement is also key” (il progresso scientifico richiede molto più della ricerca, degli investimenti e dell’innovazione; il coinvolgimento della società è fondamentale). L’intenzione degli autori era quella di “portare CRISPR fuori dai laboratori e dalle start-up e fargli conoscere il mondo” e, a due anni e mezzo dalla pubblicazione, si può dire che abbiano raggiunto lo scopo, anche se non solo grazie al libro. I dubbi e i confronti tra i massimi esperti del settore fanno ancora parte della realtà quotidiana e non si limitano all’aspetto scientifico, quello puramente legato alla ricerca e all’innovazione, ma toccano la bioetica, l’economia, i brevetti, la sicurezza, la regolamentazione e molto altro. La posta in gioco è alta e il lavoro da fare moltissimo, ma ormai questa tecnologia fa parte del “bagaglio” tecnico scientifico dell’umanità e l’unica cosa da fare è provare a gestirla al meglio delle nostre capacità.
Il saggio “A crack in creation – The new power to control evolution”, che Siddhartha Mukherjee – medico, biologo e autore da Premio Pulitzer nel 2011 - ha affermato essere destinato a diventare un classico istantaneo, è stato pubblicato per la prima volta nel 2017, mentre l’edizione della Vintage è dell’anno successivo. La ricerca e le riflessioni di Jennifer Doudna su CRISPR sono racchiuse nelle sue 246 pagine, che per il momento non sono state tradotte in italiano.