Il bambino siciliano, affetto dalla malattia ultra-rara, ha ricevuto con successo il trattamento al Policlinico Umberto I (Roma) lo scorso maggio, dopo mesi di attesa a causa della burocrazia

Simone è il primo paziente italiano a cui è stata somministrata la terapia genica per il deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (deficit di AADC), malattia che causa ipotonia, atassia, crisi oculogire, scarsa capacità attentiva e frequenti momenti di irritabilità e pianto. Se fino a poco tempo fa la prognosi per questi bambini era incerta, oggi la terapia genica rappresenta una speranza. Eladocagene exuparvovec (nome commerciale Upstaza) è stata approvata in Europa l’estate scorsa, ma in Italia i pazienti attendono ancora il via libera da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Dopo mesi di attesa e appelli alle istituzioni, fortunatamente ascoltati, i genitori di Simone hanno raggiunto il loro obiettivo: l’accesso alla terapia per il loro bambino.

A marzo la storia di Simone, un bimbo siciliano affetto da una malattia rarissima, il deficit di AADC, era balzata alle cronache dopo che i genitori, Sabrina e Sebastiano, avevano scritto una accorata lettera al Governo, e in particolare al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Sottosegretario di Stato con Delega alle Malattie Rare On. Marcello Gemmato, chiedendo aiuto affinché il figlio potesse ricevere il trattamento di cui aveva urgente bisogno e che già altri bimbi avevano ricevuto in Francia e Germania, come ha raccontato anche Osservatorio Malattie Rare. La terapia, pur essendo autorizzata a livello europeo, non ha ancora finito il suo iter di accesso in Italia. Per questo l’attesa della famiglia si era già protratta per un anno, un tempo enorme di fronte a una malattia degenerativa.

Dopo la diagnosi e la presa in carico all’IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa, il piccolo è stato preso in carico anche al Policlinico Umberto I di Roma, centro designato per la terapia genica per questa malattia. Infatti, Simone era l’unico dei 16 pazienti italiani eleggibile a ricevere eladocagene exuparvovec, terapia genica sviluppata da PTC Therapeutics in grado di cambiare il corso naturale della malattia. Il deficit di AADC è una patologia neurometabolica ereditaria, ultra-rara e sottodiagnosticata, di cui si contano circa 200 casi in tutto il mondo. Le mutazioni che la causano si trovano sul gene DDC, che codifica per l’enzima decarbossilasi dell’aminoacido aromatico umano (AADC): senza questo enzima l’organismo non è in grado di sintetizzare la dopamina e la serotonina a partire dai loro rispettivi precursori. Questo determina l’insorgenza dei sintomi caratteristici della malattia ma la terapia genica, che veicola con un vettore adeno-associato ricombinante 2 (AAV2) una copia corretta del gene DDC nelle cellule cerebrali, ripristina la produzione di dopamina. La procedura porta a un sensibile miglioramento della funzionalità motoria nei pazienti, come supportato dai risultati degli studi clinici con follow-up di oltre 9 anni.

Eladocagene exuparvovec è la prima terapia avanzata approvata al mondo a prevedere la somministrazione (one-shot) direttamente nel cervello - in alcune aree del putamen - ed è indicata per pazienti di età pari o superiore ai 18 mesi con fenotipo severo, come quello di Simone. Il delicato intervento a cui si è sottoposto il bambino, durato ben otto ore, ha visto l’utilizzo di una strumentazione all’avanguardia e di un’ équipe medica specializzata. In assenza di terapia le condizioni del bambino sarebbero inevitabilmente peggiorate, ma grazie alla somministrazione della terapia genica ci si aspetta che possa recuperare diverse tappe di crescita perse.

“In Europa esistono già tre centri specializzati per questo tipo di procedura innovativa: Montpellier, Parigi e Heidelberg – ha affermato Riccardo Ena, Executive Director, Head of Spain, Italy & Portugal, PTC Therapeutics – Oggi, dunque, siamo felici di aver contribuito a cambiare in maniera determinante e sostanziale la vita di Simone e il nostro obiettivo come PTC Therapeutics è proprio quello di puntare al binomio ricerca e opportunità terapeutica per essere al servizio dei pazienti”.

Quella di Simone non è solo una storia a lieto fine. È il trionfo della ricerca scientifica, che ancora una volta è riuscita a mettere a disposizione anche delle persone con malattie rarissime una terapia in grado di cambiare la storia naturale della malattia. Ed è al tempo stesso il segno tangibile del successo che può essere raggiunto attraverso il dialogo, la collaborazione e il lavoro di squadra che in questo caso – già additato da altri Paesi europei a benchmark internazionale – ha visto coinvolti il Governo – e in modo particolare il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Sottosegretario di Stato con Delega alle Malattie Rare On. Marcello Gemmato – AIFA, con l’intervento diretto del Presidente Giorgio Palù, dei Direttori Anna Rosa Marra e Pierluigi Russo, Riccardo Ena di PTC Therapeutics e naturalmente di un’ équipe di specialisti che per l’occasione ha lavorato per un intero mese per mettere in atto le più imponenti misure di sicurezza possibili affinché tutto potesse andare a buon fine.

Il primo ostacolo, quello di ordine regolatorio, è stato superato facendo ricorso alla procedura di accesso anticipato stabilita dalla legge 326/2023, Fondo 5%, che consente, in circostanze specifiche di estrema urgenza, di accedere a finanziamenti specifici per terapie approvate in ambito europeo dall’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) anche prima del completamento degli iter autorizzativi italiani. Fatto questo primo passo, grazie al supporto fondamentale di AIFA, alla quale spetta questa autorizzazione, bisognava far sì che il Policlinico Umberto I gestisse velocemente tutti gli aspetti amministrativi e organizzativi, cosa avvenuta in tempi record, e gli aspetti sanitari, vista la complessità e l’assoluta novità di questa procedura. L’organizzazione è durata quasi un mese, nel corso del quale la sala di risonanza magnetica, inaugurata lo scorso anno, è stata adattata a sala di neurochirurgia, sono state svolte numerose prove della procedura controllando tutto nei minimi dettagli e sono state svolte tutte le visite pre-operatorie fin quando è arrivato il via libera all’intervento.

Un via libera atteso per mesi, dalla famiglia in primis ma anche da tutti coloro che hanno seguito la vicenda, e che ha permesso di riscrivere il futuro di Simone. Nei prossimi anni saranno sempre di più i pazienti che vedranno un cambio di rotta nella storia della loro patologia: le terapie avanzate approvate aumenteranno e la speranza è che le procedure burocratiche e normative vadano incontro alle necessità di chi dipende da questi trattamenti per cambiare il corso della propria vita.

Scarica il PDF con la tabella che riassume lo stato di approvazione delle terapie avanzate in Europa e in Italia:


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